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Roma-Lazio si avvicina. Le mosse di Mourinho e Sarri verso il derby

Domenica la sfida della capitale: Kumbulla, Mkhitaryan e Vina le scelte-chiave del portoghese, il toscano perde Zaccagni ma ritrova Marusic e spera di recuperare Radu
Martedì 15 marzo 2022
Domenica all'Olimpico, fischio d'inizio alle 18, è in programma il derby tra Roma e Lazio. Ecco come si stanno preparando i due tecnici Mourinho e Sarri.

QUI ROMA — Per la Roma è forse la settimana più importante della stagione. Perché giovedì si giocherà con il Vitesse la possibilità di andare avanti in Conference League, l'unico grande obiettivo ancora rimasto ai giallorossi. E perché domenica ci sarà il derby di ritorno, da vincere sia per vendicare la sconfitta dell'andata sia per rimettere la freccia sulla Lazio, che con la vittoria sul Venezia ha superato i giallorossi in classifica. Ma cosa sta studiando Mou per il derby?



STRATEGIA — Detto che l'allenatore portoghese è stato chiaro anche a Udine ("Io affronto una partita alla volta, non mi preoccupo mai della prossima", parlando di Zaniolo e Pellegrini mandati in campo nonostante la diffida e il rischio di saltare il derby) e che quindi la testa ora è al Vitesse e non alla Lazio, è ovvio che Mou stia studiando anche la partita di domenica prossima. Per rendere più solida la difesa rimetterà al volo dentro Kumbulla al posto di Ibanez, con l'albanese che ormai è diventato di fatto un insostituibile nel pacchetto arretrato giallorosso. Anche perché da quella parte dovrebbe andare a giocare uno come Felipe Anderson, veloce e sgusciante al pari di Delofeu, vera spina nel fianco a Udine sul lato sinistro della difesa romanista. In regia, poi, Mourinho tornerà ad utilizzare Mkhitaryan ("A Udine ci è mancato tanto", ha detto il portoghese) con l'obiettivo di migliorare il palleggio in mezzo al campo e aiutare la costruzione dal basso, uno dei talloni d'Achille della sua Roma. Con l'ucraino la Roma ritroverà sicuramente un ritmo migliore, con ai suoi fianchi uno tra Cristante e Oliveira (favorito l'azzurro) e Pellegrini, che avrà invece il compito di fare la spola tra il centrocampo e la trequarti, facendo un po' la mezzala e un po' il trequartista. Questo per farlo lavorare tra le linee e dare anche fastidio ad Acerbi e Luiz Felipe, in modo di rompere subito il palleggio biancoceleste fin dal nascere.

IN ATTACCO — Davanti, poi, ovviamente spazio ad Abraham, l'unica vera certezza dell'attacco giallorosso. Al suo fianco dovrebbe esserci ancora Zaniolo, ma il condizionale è d'obbligo dopo la brutta prestazione di Udine e l'uscita non felice dal campo dell'azzurro. Infine a sinistra Mou sta pensando di rilanciare Vina dal via, anche per cercare di mettere su chili e atletismo in una fascia dove potrebbe andare ad inserirsi da dietro Milinkovic-Savic o arrivare sulla corsa Lazzari. Insomma, Zalewski a Udine ha faticato, anche perché assistito male da Ibanez e Cristante, oltre che da Zaniolo. Per arginare la fascia destra della Lazio ci vorrà quindi più atletismo, ma anche più compattezza e densità. E chissà che la mossa a sorpresa non possa essere Veretout (invece di Cristante o Oliveira), proprio per mettere dentro un mastino che sappia difendere meglio e ripartire.

QUI LAZIO — Lazio già in clima derby un minuto dopo la fine del match col Venezia. Normale che sia così in un ambiente, quello romano, che da sempre vive la stracittadina come la partita più importante dell'anno. "È un match sentito anche troppo dalle due tifoserie, per noi deve invece essere una gara importantissima, ma come tutte quelle che affrontiamo", ha provato a frenare Maurizio Sarri. Che nella gara di andata, pur essendo la sua Lazio un cantiere aperto, riuscì a vincere per 3-2. Una vittoria che, dal punto di vista del gioco, fu più inzaghiana che sarriana. La squadra biancoceleste la giocò infatti in maniera molto simile a quello che era il suo modo di esprimersi nei cinque anni in cui in panchina c'era Simone Inzaghi.

LA METAMORFOSI — Sei mesi dopo (il derby di andata si disputò a settembre) la Lazio ha mutato volto. Oggi è una squadra molto più sarriana, lo è in particolare da dopo la sosta natalizia. Il tecnico, un passo alla volta, è riuscito a tagliare i cordoni che legavano i suoi uomini al passato e li ha trascinati nella nuova dimensione. Lo ha fatto sia con i singoli sia con il collettivo tutto. Il risultato è stato il recupero alla causa biancoceleste di pedine importanti, Luis Alberto in primis, ma anche i vari Lazzari, Leiva, Marusic e Radu. A livello generale la formazione biancoceleste è ora più compatta, ha trovato una maggiore quadratura nella fase difensiva (sei clean sheet nelle ultime otto partite di campionato) e fa vedere un gioco in cui si riconosce chiaramente la mano del tecnico toscano. A trascinarla è sempre il capitano Immobile, che continua a segnare e a mietere record (è diventato prima il miglior marcatore della storia del club per reti complessive, poi per quelle relative al solo campionato, soffiando i primati a Silvio Piola in entrambe le classifiche). Ma fondamentale è stato anche l'apporto di un Milinkovic sempre più decisivo e poi dei tre esterni offensivi arrivati l'estate scorsa, Pedro, Felipe Anderson e Zaccagni.

I RISCHI — Quest'ultimo, Zaccagni, sarà però assente per squalifica contro la Roma (era diffidato e con il Venezia ha rimediato una ammonizione). Uno stop che priverà Sarri di un'arma importante, da utilizzare dall'inizio o a partita in corso. Il tecnico recupererà Marusic, assente col Venezia perché squalificato, e spera di riavere a disposizione Radu, il veterano dei derby, che è alle prese con qualche acciacco. Oltre all'aspetto psicologico, che nelle stracittadine è sempre una variabile difficile da leggere in anticipo, la Lazio dovrà pure fare i conti, probabilmente, con una Roma che Mourinho, rispetto alla sfida di andata, farà giocare in maniera più accorta. E la formazione di Sarri fa molta fatica ad affrontare le squadre che si chiudono, mentre si esalta quando ha campo a disposizione. Non è escluso, però, che l'allenatore tiri fuori qualche mossa a sorpresa per sorprendere l'avversario. In questo senso l'assenza di Zaccagni, che sarà rilevato da Pedro, da svantaggio può trasformarsi in un'occasione da sfruttare.
di Stefano Cieri - Andrea Pugliese
Fonte: Gazzetta dello Sport
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